E’ ovvio parlare di “utilità della comunicazione” ma si può parlare di “piacere della comunicazione”? Ritengo proprio di sì.
Dare voce a pensieri, esperienze, emozioni è un’attività che svolgiamo continuamente e che apprezziamo nelle forme dei vari linguaggi note ad ognuno di noi.
Utilizziamo la parola, la scrittura, le immagini, la musica, la danza, il ballo, le arti in genere. Talvolta ci imbattiamo in qualcosa di nuovo o strano o indecifrabile. Ogni tanto qualcosa “buca” la nostra attenzione e diventa importante, capace di “muoverci” dentro aspetti inaspettati e di restare presente in modo indelebile.
Quando il nostro esprimersi riceve attenzione, quando riusciamo a farlo in un modo che sentiamo “nostro” proviamo uno piacere, un “gusto” che è difficile descrivere ma facile da riconoscere. Un gusto che lascia un bel segno. Al contempo tracciamo in noi ben altri segni quando “esprimere” diventa difficile.
Quindi parliamo di comunicare sia come fruitori che come sorgenti di comunicazione.
Adempiere facendo parte di un gruppo di lavoro ad un qualche incarico di comunicazione significa dover elaborare un tema, un’idea, un soggetto, una suggestione e trovare la o le modalità per darle una forma in modo compiuto.
Dialogano nello stesso percorso aspetti differenti: creatività e razionalità, immaginazione e concretezza, competenze, risorse, carenze, limiti. Aspetti che devono essere modellati nel linguaggio o nei linguaggi prescelti.
Creatività e linguaggi che hanno bisogno di tecniche e strumenti, di abilità operative capaci di dare forma a quanto immaginato.
MARINO LAGORIO
Marino Lagorio, classe 1960, regista, dedica la maggior parte della sua attività professionale ai giovani.
Autore di film doc, multi-interviste, docu-fiction, ha realizzato oltre 200 cortometraggi con giovani di ogni età.
Scrive testi teatrali e narrazioni (“Yazil ed Signor Tamalé” con illustrazione di Lele Luzzati), collabora con artisti e compagnie teatrali (tra le altre Compagnia Pippo Delbono), enti ed istituzioni pubbliche e private (Fondazione “Color Your Life”).
Con il gruppo storico di amici e colleghi della I.So. Cooperativa Sociale, di cui è parte, sviluppa sperimentazioni ed esperienze artistiche ed organizzative che sono alla base dei molteplici progetti di rete ad oggi realizzati e contribuisce alla gestione di pluriennali edizioni di manifestazioni, rassegne teatrali e spettacoli.
Elemento cardine e di principio della sua filosofia di lavoro è porre al centro dell’attenzione accanto al contenuto del filmato le persone che lo realizzano, un principio perseguito sia nelle opere realizzate con la forma espressiva della fiction che nei docu-film ed interviste.